Siamo giunti alla fine di Obi-Wan Kenobi, la serie che ha messo in contrasto il fandom di Star Wars e che ci ha lasciati indubbiamente divisi su due fronti completamente opposti. La serie, secondo molti, aveva il compito di spiegare la vita di Obi-Wa Kenobin nei diciannove anni che separano La Vendetta dei Sith da Una Nuova Speranza, un tempo troppo lungo e probabilmente noioso, considerando che per la maggior parte del tempo Kenobi abbia vissuto come un eremita. Ma l’ultimo episodio ha cambiato le carte in tavola.
Acclamata da molti, la Parte VI ha rimesso insieme tutti i pezzi che si andavano spargendo durante gli altri episodi, concludendosi in maniera deliziosamente perfetta. Personalmente, la Parte VI mi ha lasciato l’amaro in bocca, non perché non mi sia piaciuta, ma perché sia finita troppo presto. Finalmente ho visto realizzarsi quelle piccole aspettative che speravo si realizzassero, e tra un pianto e l’altro, sono rimasto soddisfatto del finale. Andiamo con ordine analizzando qualche aspetto dell’episodio.
La storia
Sotto l’aspetto narrativo, la Parte VI ha finalmente rimesso ordine nelle varie sottotrame. La storyline di Obi-Wan e Anakin, per quanto sia stata molto breve, è stata intensa, nostalgica ed inaspettata: era tutto ciò che tutti noi volevamo (ri)vedere. Abbiamo approfondito il rapporto tra i due quando erano maestro e apprendista, ma soprattutto quando si sono rincontrati da nemici, uno pieno di rabbia, accecato dalle menzogne del Lato Oscuro e l’altro amareggiato di non essere riuscito a salvare il suo amico fraterno.
La storia di Leia e Obi-Wan è stata quella centrale ma che ha in qualche modo fatto da cuscinetto al nostro interesse con quella citata nel paragrafo precedente. Una piccola Leia che, già all’età di 10 anni, motiva le persone, dimostrandosi una grandissima leader.
Quella della Terza Sorella è stata forse la storia meno interessante, ma che ha lasciato un grandissimo punto interrogativo sul suo futuro, che probabilmente continuerà in qualche altro prodotto mediale.

Di menzione speciale, è la Famiglia Lars. Abbiamo avuto modo di conoscerla un po’ di più. Una semplice famiglia di contadini, che si è presa la responsabilità di crescere il figlio della persona più feroce della galassia e con tanto coraggio, ha fatto di tutto pur di proteggerlo, nonostante il loro ruolo non di soldati, ma di semplici fattori. Il coraggio di Owen mi ha fatto rivalutare il suo ruolo in Una Nuova Speranza, la sua antipatia e schiettezza nei confronti di Kenobi è ora giustificata, e la loro morte per mano dell’Impero, alla prossima visione dell’Episodio IV, avrà un significato molto più profondo.
Le analogie
A caratterizzare questo episodio, sono le diverse analogie che ci hanno ricordato che Star Wars è una poesia, è scritta in rime che si ripetono in base all’esigenza della Forza, nel raccontare la sua storia. La nave che viene inseguita, soprattutto nell’inquadratura frontale, nella quale dietro di essa si vede lo Star Destroyer in tutto il suo splendore, è ovviamente un omaggio alla prima sequenza di Una Nuova Speranza: in entrambe c’è una Leia che deve sfuggire all’Impero. Questa sequenza è riuscita ad evocare la stessa atmosfera che si respira quando si guarda la Trilogia Originale.
Un’altra analogia molto potente e significativa è stata quella della distruzione dell’elmo di Darth Vader per mano di Obi-Wan. La stessa situazione si ripresenterà in Star Wars Rebels, ma in quell’occasione, a tagliare in due l’elmo sarà Ahsoka. Sia Obi-Wan che Ahsoka, guardando gli occhi di Anakin, cercano in qualche modo di dimostrare il loro affetto nei suoi confronti, rifiutato ormai da colui che è diventato una macchina, accecata dalla rabbia. Se ci aggiungiamo anche la scena in cui Luke toglie la maschera ad un Darth Vader morente in Il Ritorno dello Jedi, possiamo affermare che in quei vent’anni bui, Anakin ha potuto vedere con i suoi veri occhi le persone che a lui sono state care, dando un significato molto profondo, secondo me, alla sequenza in cui, ne La Vendetta dei Sith, lui mette per la prima volta l’elmo, permettendoci per un secondo di vedere il mondo dalla sua prospettiva. Questa scena è stata molto emozionante, ed è stata resa ancora più spettacolare dalle abilità attoriali del grande Ewan McGregor, che ci ha trasmesso il dolore di Obi-Wan per la perdita di Anakin.

Dalle atmosfere della Trilogia Originale, si passa a quelle della Trilogia Prequel, nella scena in cui si vede in lontananza Reva che porta in braccio il piccolo Luke, svenuto. La stessa sequenza la possiamo trovare in L’attacco dei Cloni, stavolta però, è Anakin a portare in braccio il corpo senza vita di sua madre Shmi. In questa sequenza sappiamo tutti che il piccolo Luke non poteva essere morto, ma la drammaticità della scena, ed il nostro affetto per Luke, ci ha fatto dimenticare, per pochi secondi, tutto quello che sarebbe capitato da li a dieci anni.
La scena in cui Obi-Wan incontra finalmente Luke, nonostante sia durata pochissimi secondi, è quella che mi ha fatto esultare. Ho sperato fino alla fine quella frase, e finalmente è arrivata: “Salve, tu”. In lingua originale è “Hello There”, ma che sia stato visto in lingua originale o doppiato, il significato profondo che ha quella frase mi ha messo ancora più voglia di rivedere ininterrottamente la Trilogia Originale.
I personaggi
Darth Vader. Non sono un amante di Darth Vader, nel senso che non ho mai avuto l’esigenza di esaltarlo, dopotutto, cosa ci si aspetterebbe da uno che ha simpatia nei confronti di Jar Jar Binks? Ma in questo episodio, Darth Vader è il Signore dei Sith che avrebbe dovuto essere. Violento, senza pietà, che ha finalmente reso giustizia al suo personaggio. Adesso ho nella mente la sua immagine, quello deve essere Darth Vader, e dopo questo episodio posso dire che, almeno per me, è diventato interessante. Nonostante non abbia avuto molto screentime, la caratterizzazione di Darth Vader è stata superiore sicuramente a quella di Rogue One, e lo ha reso molto più superiore al Darth Vader moscio e robotico della Trilogia Originale. Hayden Christensen, per quel poco che ha fatto, lo ha fatto in maniera eccellente. Si è visto il suo entusiasmo nel ritornare in Star Wars, il suo impegno nell’interpretare nuovamente Anakin nella scena del flashback nell’episodio precedente, e poi sotto l’elmo distrutto di Vader, è stato ripagato. Dopo diciassette anni, Anakin Skywalker è ritornato!
La storia di Obi-Wan è stata un crescendo continuo. La sua indole da Jedi lo ha accompagnato anche in un momento in cui aveva perso la fede nella Forza, si era chiuso ad essa, ma si è sforzato di ritornare grazie a Leia, personificazione della speranza, con appunto la speranza di riuscire a far tornare Anakin. In quest’ultimo episodio abbiamo visto il vero Obi-Wan, non quello nel fiore degli anni, quando gli sfuggiva qualche battuta durante un conflitto contro i droidi della Federazione, quello umano, che deve prendere delle decisioni, che nonostante non sia in contatto con un amico, ha deciso lo stesso di aiutarlo nel momento del bisogno (Sono sicuro che Bail avrebbe fatto lo stesso). Abbiamo visto un Obi-Wan amareggiato, arrabbiato (non la rabbia del lato oscuro, ma una rabbia paziente) che ha deciso di mettere fine a quella situazione, ed ancora una volta ha deciso di non uccidere Anakin. Il suo ultimo incontro con Darth Vader è stato il più drammatico fino ad ora. Obi-Wan, per quanto sia abile e giusto, non avrebbe mai messo fine alla vita di Anakin, e questa sua indole lo ha accompagnato fino alla fine, fino al suo sacrificio per mettere in salvo i gemelli in Episodio IV. La sequenza dell’ultimo duello, la sua emozione nel rivedere gli occhi di Anakin e quello che è diventato, resterà nei nostri cuori, per sempre.

Reva ha lasciato un punto interrogativo nel finale di questa serie. La sua evoluzione è stata forse troppo affrettata ed alla fine non ha concluso nulla. Abbiamo capito che lei non è mai stata realmente sedotta dal Lato Oscuro, ma si è unita agli Inquisitori per egoismo, per evitare la morte, per cercare poi vendetta per non esser stata salvata dai Jedi. Ma ora, quale sarà il suo destino? Reva ha del potenziale nascosto, e sicuramente la sua storia non potrà esaurirsi in questo modo. Speriamo di poterla rivedere in qualche altra serie o, perché no, in qualche videogioco? La sua interprete, Moses Ingram, si è impegnata molto per portare sullo schermo una persona illusa, che vuole fare la cattiva, ma che in realtà è solo accecata dalla sete di vendetta. La sua interpretazione non è stata delle migliori, complice anche la poca esperienza sul set, ma sono sicuro che pian piano, potrà diventare un’attrice coi fiocchi.
Alla fine di tutto, la piccola Leia è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il suo ruolo è stato quello di dare un inizio alla storia. La sua parentesi in questa serie però, ci ha dato una prospettiva diversa sul suo personaggio. Una bambina che nonostante la sua piccola età, ha già delle doti da leader e da motivatrice. Niente da eccepire per la piccola Vivien Lyra Blair, un’attrice davvero brava che ha ancora molto da imparare, ma che ha un potenziale enorme quanto un Super Star Destroyer.
In conclusione
Considero questo episodio il più bello della serie (o della stagione?), ci sono stati dei momenti in cui volevo scoppiare a piangere per i troppi riferimenti emotivi alla saga cinematografica, e al modo in cui ci si collega ad essa. Ci sono frasi implicite, analogie e situazioni che possono essere comprese solo dopo aver approfondito i rapporti tra i personaggi, e forse ho finalmente avuto, dopo qualche anno, una piccola soddisfazione in cui ho ricevuto quello che nel mio piccolo mi aspettavo di vedere. Un Obi-Wan distrutto, amareggiato, ma non arreso; il vero Darth Vader che ci ha rivelato cosa sia diventato Anakin, ma la cosa quasi inaspettata, è stata l’apparizione di Qui-Gon. Se la serie è iniziata con un tono molto basso, ha avuto la sua degna conclusione, nonostante sia stata una piccola parentesi nel macromondo della Saga degli Skywalker. La regia non è stata delle migliori, ma è riuscita, soprattutto nelle scene di tensione, a far mantenere l’attenzione, complice anche il movimento ondulatorio della macchina, che non avrebbe reso se fosse stata statico. La colonna sonora ha raggiunto il suo equilibrio solo quando, finalmente, è riuscita a farci ascoltare la marcia imperiale. La scenografia è stata il punto forte di questa serie, nonostante la fotografia abbia avuto delle lacune, probabilmente il lavoro di post produzione è stato molto più leggero rispetto agli altri prodotti.

In conclusione, l’episodio mi è piaciuto tantissimo e spero davvero che in futuro ci possano essere più situazioni di tensione e soprattutto una maggiore caratterizzazione dei personaggi, sia nuovi che leggendari. Il finale ha lasciato un punto interrogativo su quello che potrebbe accadere dopo e, nonostante sia stato pensato per una sola stagione, si è visto che si sono lasciati il terreno spianato per una possibile continuazione.
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Star Wars: Obi-Wan Kenobi
La serie limitata dedicata ad Obi-Wan Kenobi è disponibile su Disney+ il 27 Maggio 2022 ed è diretta da Deborah Chow. Vede Ewan McGregor tornare nei panni dell’iconico maestro Jedi Obi-Wan Kenobi e Hayden Christensen nei panni di Darth Vader.
Recensioni
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