Siamo ormai arrivati al quarto episodio di Andor, esattamente a un terzo della prima stagione. Abbiamo potuto vedere paesaggi bellissimi e decisamente più reali rispetto alle precedenti produzioni live action di Star Wars. Questo perché nella serie non è stata utilizzata la tecnologia chiamata Volume. Ne ha spiegato le ragioni lo showrunner Tony Gilroy a The Hollywood Reporter:
“In un mondo perfetto, avremmo la possibilità di girare nella location e farlo in maniera old school e poi usare il Volume quando vogliamo usarlo. Ci sono dei momenti in cui il Volume sarebbe davvero utile per noi, ma non esiste la tecnologia per fare entrambe le cose. Devi prendere una decisione a causa della procedura di lavoro con Volume. Tutta la tua post-produzione dev’essere finita in anticipo. […] Quando entri nel Volume, tutto è già fatto. Stai solo aggiungendo gli attori.”
“Il nostro sistema è completamente diverso. Filmiamo tutto con gli attori e costruiamo a partire da lì se c’è qualcosa da costruire. Questi due sistemi, magari c’è qualcuno che lo sta facendo, ma economicamente non puoi fare entrambe le cose. […] Ci sono dei momenti in cui ci piacerebbe moltissimo usarlo. Fa delle cose fantastiche.”

Gilroy sostiene anche che, dando più profondità ad Andor e agli eventi che hanno causato le situazioni viste in Rogue One, la sua serie cambierà il modo di vedere il film spin off del 2016.
FONTE: hollywoodreporter.com