Sono stati pubblicati diversi videogiochi di Star Wars, alcuni con trame superbe, altri invece caduti nel dimenticatoio. Un videogioco di Star Wars che non dimenticherò mai è sicuramente Star Wars: Bounty Hunter. Distribuito dalla LucasArts nel 2002 esclusivamente per Playstation 2 e Nintendo Gamecube, segue la storia di Jango Fett prima di Star Wars: L’attacco dei Cloni e ci racconta di come abbia acconsentito a creare un esercito di suoi cloni.

Di recente ho potuto rigiocare a questo titolo rimasterizzato per Playstation 4 ed è stato inevitabile ritornare con la mente a quegli anni, quando noi fan di Star Wars eravamo abituati a tagliuzzare stormtrooper con Kyle Katarn in Star Wars: Jedi Knight, e non sapevamo cosa ci avrebbe aspettato con l’uscita di Star Wars: Knights of the Old Republic.
“Mi ha assunto un uomo di nome Tyranus, su una delle lune di Bogden.”
Jango Fett a Obi-Wan Kenobi (Star Wars: L’attacco dei cloni)
Un’ode al grande Jango Fett
Star Wars: Bounty Hunter è stato un videogioco rivoluzionario. Non impersoniamo un Jedi, non utilizziamo spade laser e non lanciamo via i nemici con la spinta di Forza. Per la prima volta assumiamo il controllo di un cacciatore di taglie, un vero anti eroe che non si fa scrupoli di uccidere persone, che siano buone o cattive: l’importante è raggiungere il proprio obiettivo a tutti i costi. Un cavaliere oscuro i cui gadget sono gli unici accessori che lo aiuteranno a sopravvivere nel sottomondo di Coruscant e Nar Shaddaa, o nelle pericolose foreste di Malastare.
Jango Fett ha a disposizione un arsenale davvero impressionante: può utilizzare un approccio silenzioso sparando da lontano con un fucile da cecchino o sparando dardi avvelenati, oppure lanciarsi in sparatorie con le sue due pistole Westar-34, un lanciafiamme ed un lanciamissili da polso e legare i nemici con una corda. Il suo visore dà la possibilità di scansionare ogni personaggio che vive nell’ambiente di gioco e, se risulta che abbia una taglia, si può procedere alla sua cattura. Quest’ultima caratteristica serve proprio per dare la possibilità al giocatore di non correre troppo all’interno della mappa di gioco, ma di poterla esplorare ed osservare tutti i piccoli dettagli degli ambienti, dai panorami di Coruscant ai vicoli delle città di Tatooine.

Questo videogioco, nonostante sia stato classificato come Legends, quindi non canonico ai fini della macro-trama di Star Wars, ha aggiunto tantissima lore riguardante il personaggio. Scopriamo che Jango è sempre stato un temibile cacciatore di taglie, assistiamo all’evento che gli ha permesso di ricevere (o rubare?) la sua iconica Slave I, ma soprattutto al come sia arrivato ad incontrare Darth Tyranus e a chiedergli di avere un suo clone non modificato da allevare come un figlio.
Gameplay
Star Wars: Bounty Hunter è ambientato nello stesso anno di Star Wars: La Minaccia Fantasma e segue gli eventi che hanno portato Jango a diventare la matrice originale della Grande Armata Clone. La storia è arricchita da alcuni filmati cinematici in 3D che iniziano e concludono i livelli, dandoci sempre più informazioni sul protagonista ed i suoi nemici. È davvero impressionante come questo videogioco abbia fatto un ottimo lavoro dando una personalità a Jango Fett, molto più di quanto abbia fatto il film.

I giocatori saranno felici di poter comandare il cacciatore di taglie nelle sue imprese per la galassia, alla ricerca di taglie, e finire al centro del piano di Darth Sidious per eliminare un misterioso culto della Forza chiamato Bando Gora.
Lo schema di comandi del personaggio potrebbe sembrare complesso all’inizio, per chi non sia abituato a questo genere di avventure in terza persona. Jango ha l’abilità di muoversi velocemente e rotolare, di aggrapparsi ai bordi dei muri ed azionare pannelli di comandi, può saltare e sparare con le sue due pistole, cosa abbastanza semplice grazie alla mira automatica o addirittura al comando che blocca la mira su un nemico a scelta. Un grilletto del Joystick è dedicato esclusivamente all’uso del Jetpack – Un accessorio molto importante – limitato dalla barra del carburante che permetterà un uso breve dell’abilità di volo. I tasti direzionali invece, permetteranno di selezionare i gadget mettendo in pausa il gioco, dando la possibilità di selezionarli in maniera tranquilla anche durante le sparatorie più sfrenate.
Il gadget del visore permette di passare ad una visuale in prima persona e scansionare tutti i personaggi presenti nell’ambiente. Se un personaggio ha una taglia, il visore avviserà il cacciatore di taglie, informandolo di quanto ammonta il pagamento da vivo e da morto. Una volta messo il marker sul personaggio, non bisognerà fare altro che legarlo (se la taglia lo richiede vivo) o ucciderlo (se la taglia lo richiede morto) ed infine riscattare la taglia.
Gli ambienti di gioco sono molto grandi ed esplorabili, seppur in maniera molto limitata. Il loro design è davvero impeccabile e permettono a Jango di fare azioni pericolose, come volare da un palazzo all’altro superando il vuoto sotto di lui, aggrapparsi e scalare altissime pareti e sparare ai nemici mentre si è in volo. Il mirino del fucile da cecchino è molto realistico, si muove e segue i respiri del personaggio, oltre che ad ingrandirsi per due volte. Insomma, il tutto dà al giocatore di vivere davvero nell’universo di Star Wars e, nonostante alcuni comandi siano ripetitivi, le sparatorie diventano interessanti con l’aggiunta dei diversi gadget a disposizione.
Grafica
Con Star Wars: Bounty Hunter la LucasArts ha fatto un magnifico lavoro con la creazione delle location che ricordano molto quelle dei film. I luoghi di gioco sono tutti diversi e differenti tra loro, offrendo un’esperienza sempre diversa ai giocatori: Iniziamo nella stazione Outland, un avamposto spaziale dove si tengono combattimenti illegali con bestie da tutta la galassia; Coruscant by night, che sembra una vera e propria città sullo stile della Los Angeles di Blade Runner; Oovo, una prigione di massima sicurezza all’interno di un asteroide; Malastare è invece il mondo natale dei Doug e dei pericolosi Nexu, un pianeta di rocce e paludi, Tatooine e molti altri pianeti.

Ogni livello di gioco ha il suo stile unico realizzato con una impressionante aggiunta di dettagli come costruzioni, vita organica ed oggetti. Le persone – che siano umani o di un’altra razza aliena – popolano ogni livello ed interagiscono con il protagonista attaccandolo, fuggendo o semplicemente facendo commenti. A volte, se il giocatore sposta la telecamera verso l’alto, potrà assistere al traffico aereo del pianeta o osservare gli alti grattacieli che sovrastano le città.
Jango Fett è ricreato esattamente come la sua controparte cinematografica, movimenti ed animazioni realistiche completano il tutto. Il protagonista può fare capriole a terra o in aria nelle quattro direzioni mentre spara ai nemici, una caratteristica strana ma allo stesso tempo davvero soddisfacente.
Suoni
I suoni, ovviamente elaborati dalla Skywalker Sound, fanno la loro grandissima figura. La colonna sonora si alterna con brani composti da John Williams per Episodio II ed alcuni brani originali appositamente composti per il gioco, dal compositore di colonne sonore per videogiochi Jeremy Soule.
Il cast vocale non è da meno: Jango Fett e Zam Wesell sono doppiati dai loro attori originali, ovvero Temuera Morrison e Leeanna Walsman. Per dare più credibilità al resto dei personaggi, sono stati utilizzati attori di un certo calibro come Clancy Brown nei panni di Montross, cacciatore di taglie e nemico di Jango Fett – Brown vanta apparizioni in film come Highlander e Minority Report, nonché nel più recente The Mandalorian nei panni di Burg, un mercenario di razza Devaroniana –
I suoni come lo sparo di un blaster, uno speeder che passa, un’esplosione o una spada laser non potevano mancare nel compartimento sonoro di questo videogioco che ha fatto dei rumori e dei suoni la sua migliore caratteristica.
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