Ci sono giochi che ti rimangono dentro, non c’è niente da fare. Nonostante il tempo che passa e il loro inevitabile invecchiamento, alcuni prodotti videoludici riescono a conservare un certo fascino che non lascia indifferente il giocatore di turno. Ed ecco che ripescare un vecchio gioco e concedersi una sana sessione di “retrogaming” diventa un piacere, un veicolo per risvegliare antiche sensazioni che ci sussurrano parole attraverso le pieghe del tempo che è trascorso. Che cos’è infatti il videogioco se non una grande capsula del tempo in grado di riportarci alla mente vecchie sensazioni ed emozioni? Uno dei giochi in grado di suscitare tutto questo, almeno per me, è “Episodio I: La Minaccia Fantasma” per Playstation 1.

Che console stupenda, quella vecchia Playstation 1. Per noi che nel 1999 non avevamo neppure 10 anni, era un’autentica finestra da spalancare su un mondo sconosciuto, fatto di eroi, macchine velocissime e sportivi infallibili. Quando poi aprivi lo sportellino e ammiravi il disco ancora intento a girare, a quel punto ti sentivi anche un po’ deejay, esperto di una materia nata e cresciuta per i giovani.
“La Minaccia Fantasma” era un gioco stupendo. Considerando l’epoca in cui è collocato, bisogna innanzitutto rendere merito alla grafica, che proponeva modelli poligonali 3D dei personaggi riusciti e credibili. Laddove molte case di produzione erano costrette al 2D per evitare magre figure, LucasArts poteva dare fondo ai propri mezzi e alla propria creatività, catapultando il giocatore nel mondo del film a tutti gli effetti. E dire che non era affatto un gioco semplice, anzi. Era di una difficoltà impressionante. Ancora oggi, è raro conoscere giocatori che siano riusciti a completarlo senza ricorrere almeno una volta all’aiuto dei famigerati “trucchi”, che all’epoca si potevano trovare in un comodo manuale che veniva periodicamente pubblicato in edicola. Una sorta di guida salvavita pensata per il videogiocatore. La cosa che crea maggiori difficoltà in “La Minaccia Fantasma” è senza dubbio l’utilizzo della spada laser, che passa da letale arma Jedi a oggetto di fallimento, dal momento che era complicatissimo manovrarla e avvicinare il nemico per ucciderlo senza essere fulminati o respinti malamente a suon di blaster. Se penso ad alcune IA fin troppo elementari che ci sono nei videogiochi attuali, devo riconoscere che quella di “Episodio I” era fin troppo sveglia, in grado di mandare in crisi il giocatore su tutta la linea.
Il gameplay e lo sviluppo della trama sono altri due sensazionali meriti da riconoscere al titolo. Come si potrà facilmente intuire, il videogioco ripercorre le vicende dell’omonimo film, non senza alcune licenze poetiche. Niente di stravagante, bensì un semplice “allungo” per rendere l’offerta maggiormente appetibile. Se infatti i primi livelli risultano essere molto dediti allo script e particolarmente incanalati su binari che lasciano poco margine al giocatore, il bello arriva dopo. Penso soprattutto alle missioni di Theed e Tatooine, che lasciano libertà di movimento al giocatore, nonchè grande libertà di interazione con l’ambiente e i personaggi circostanti. Potremmo quasi definire questi livelli come una primordiale versione dell’open world che oggi tanto amiamo, e poco importa se fosse reale o presunto. I dialoghi a scelta multipla, nel mio piccolo, mi davano la sensazione di essere al centro del gioco, padrone degli eventi e del loro corso. Lanciarsi in quest secondarie come soccorrere i soldati di Naboo feriti e assetati diventa quindi un piacere, perchè è una nostra scelta, e ci sentiamo sul serio dei provetti Cavalieri Jedi nell’agire con tale libertà.

A distanza di anni e anni, mi trovo costretto a confessare un fatto vergognoso: ho sì completato il gioco senza l’ausilio dei trucchi, ma usando il blaster a discapito della spada laser. Mi rendo conto che sia poco consono a un Jedi, ma il suo utilizzo creava molte meno grane. Ancora rido all’idea di aver fatto fuori Darth Maul a colpi di pistola, ma tanto basta.
Per i curiosi e i nostalgici, ci tengo a segnalare la moltitudine di video gameplay reperibili su Internet. Vi sembrerà di tornare indietro nel tempo.