Quest’anno, la Lucasfilm ha lanciato Star Wars: The High Republic, una nuova iniziativa editoriale che offre agli scrittori la libertà di scrivere storie avvenute decenni o secoli prima della trilogia prequel di Star Wars. I libri offrono ai fan di Star Wars l’opportunità di vedere i Jedi in una luce completamente nuova, durante un’era prima ad oggi sconosciuta prima ancora che la minaccia Sith cominciasse a indebolirli.
Cavan Scott è uno degli autori che hanno contribuito alla realizzazione di Star Wars: The High Republic, scrivendo la serie in corso della Marvel Comics ambientata nell’era del prossimo romanzo: The Rising Storm. Lo stesso scrittore ai microfoni del podcast di Comicbook.com, ha descritto cosa rende speciale la scrittura in questo periodo, in particolare parlare di Jedi.
“Penso che la novità sia il fatto che tutto è nuovo. Voglio dire, ci sono ovviamente elementi molto riconoscibili di Star Wars. Ci sono i Jedi, c’è la galassia, la Repubblica, ci sono specie aliene riconoscibili. Abbiamo a che fare con un’era che non è mai stata realmente esplorata dal canone moderno o guardando indietro, nel vecchio universo espanso. E’ come se le scommesse siano scontate, perché quando lavoriamo al materiale che si collega direttamente ai film ed alle serie TV e quel genere di cose, sai già cosa succederà a quei personaggi. “
Vedremo i Jedi nel fiore degli anni comportarsi come gli eroi descritti da Obi-Wan Kenobi:
“La cosa interessante di questi Jedi è che erano i guardiani della pace e della giustizia e tutte quelle cose, ma non l’abbiamo mai visto. Vediamo i Jedi durante il periodo delle Guerre dei Cloni quando sono letteralmente costretti a combattere una guerra, quindi costretti ad un modo di pensare molto particolare. I nostri Jedi invece hanno avuto molto successo in quella veste per centinaia di anni, e vivono in una Repubblica in gran parte pacifica. Questa è una Repubblica dove non c’è un esodo in corso e nessuno scappa verso l’orlo esterno o verso la frontiera. Quindi i nostri personaggi non hanno mai dovuto affrontare il fatto che ci sono grandi forze nemiche con cui avranno a che fare.”

Lo scrittore di High Republic continua dicendo:
Siamo in un periodo in cui se un Jedi si presenta ed estrae la sua spada laser prima ancora di averla accesa, le persone di solito mettono giù le pistole perché la gente sa che una volta che il Jedi è arrivato, è la fine dei giochi. Improvvisamente invece si troveranno in una situazione in cui dovranno affrontare una nuova minaccia dove questo non accade ed in realtà, il nemico sparerà con il suo blaster. Non rispetteranno i Jedi allo stesso modo delle persone comuni.
Quindi in conclusione?
“È stato molto interessante poter vedere che l’Ordine Jedi abbia fatto a modo suo per molto tempo. Ed è per questo che sono probabilmente un po’ più liberi nel modo in cui interpretano il codice Jedi, come interpretano la Forza. Sono molto aperti. Aiutano le persone. Non sono nascosti nei loro templi o, come nell’era prequel, vivono letteralmente in un tempio su un pianeta. Questi sono Jedi che hanno avamposti in tutta la galassia. Dove c’è un gran numero di persone, lì c’è un avamposto Jedi. E quegli avamposti Jedi aiutano quelle persone, le supportano, e le persone conoscono i Jedi, li rispettano, ecco perché i Jedi sono stati in grado di fare quello che hanno fatto, perché non sono una razza mitica di maghi dello spazio.”
FONTE: Comicbook.com