Ormai la saga di Star Wars ci è entrata dentro: ne conosciamo ogni sfumatura, ogni particolare, ogni allegoria.
Secondo qualcuno, ci sono aspetti che potrebbero essere sfuggiti agli amanti dei film, su tutti uno molto pesante. Star Wars potrebbe essere una grande opera di riferimento alla guerra in Vietnam.
IL CONTESTO
Cerchiamo di creare un po’ di contesto, così da analizzare meglio la situazione. George Lucas termina la prima stesura della sceneggiatura di Star Wars nel 1974. Ovviamente, la versione che nasce su carta in quel momento è ben diversa dall’opera che noi tutti oggi conosciamo, nonostante cominci a strizzare timidamente l’occhio ad alcuni particolari a noi familiari. In quanto regista, George Lucas è reduce da American Graffiti, divenuto nel tempo un film cult soprattutto grazie alle scenografie tipiche di un panorama molto americano e a una colonna sonora che rimane ancora oggi da urlo. Sì, lo so, starete pensando che del Vietnam non ci sia nemmeno l’ombra in tutto ciò, ma continuiamo a scavare.

Uno dei pallini cinematografici di Lucas negli anni antecedenti a Star Wars è stato Apocalypse Now, quella che di fatto fu una sua creatura, seppur soltanto in prima battuta. Fin dalla fondazione della American Zoetrope nel 1969 assieme all’amico Francis Ford Coppola, Lucas ha lavorato alla sceneggiatura di questo film bellico ambientato proprio in Vietnam, gomito a gomito con John Millius. Tra progetti già in essere e ostacoli di carriera, Apocalypse Now subirà continui slittamenti di lavorazione, pur tornando spesso e volentieri tra le mani dei suoi creatori. In compenso, verrà utilizzato da Francis Ford Coppola come leva nei confronti della Warner Bros, compagnia con cui la American Zoetrope strapperà un accordo di collaborazione per una manciata di film.
Durante il periodo contemplato da questo accordo, Apocalypse Now non verrà mai messo in lavorazione, ma Lucas e Millius continueranno a curarne la stesura, a tratti indispettiti dal fatto che Coppola se ne fosse in tal modo appropriato per un puro tornaconto personale ed economico.
Nel background strettamente personale di George Lucas, il Vietnam ha avuto una presenza di rilievo. Lucas era stato inizialmente selezionato dall’esercito, salvo poi essere scartato a causa del suo diabete, probabilmente dovuto a una dieta estremamente squilibrata osservata durante il periodo universitario (Coca cola, biscotti e barrette di cioccolato). Col tempo, finì per assumere una visione da obiettore di coscienza, come gran parte dei suoi coetanei del resto.

Pur non essendo mai stato politicamente attivo in maniera evidente e visibile, la stessa realizzazione del suo primo film, L’uomo che fuggì dal futuro, potrebbe far pensare ad una sorta di avversione verso il potere forte, con un generoso ammiccamento alla lotta per la libertà in ogni sua forma. Negli anni, soprattutto grazie al lavoro di scrittura costantemente svolto su Apocalypse Now, Lucas sentirà quasi la necessità di pronunciarsi cinematograficamente in merito al conflitto in Vietnam, ma gliene mancherà sempre l’occasione, almeno fino al 1974, quando ha la possibilità di lavorare al suo terzo film.
COME IL VIETNAM SI RIFLETTE SU STAR WARS?
A quel punto della storia, Apocalypse Now è un progetto sfumato. Francis Ford Coppola, nonostante se ne fosse appropriato in maniera non del tutto lecita e soprattutto solo a fini commerciali, si dimostra restio a mollare la presa dal film, probabilmente conscio del successo che si ritrova per le mani. George Lucas rimane deluso dall’atteggiamento del socio e amico, ma in fin dei conti si è anche reso conto del fatto che la produzione cinematografica riservata alla guerra stia andando incontro a una grossa saturazione. Diverse produzioni Hollywoodiane sembravano andare in quella direzione, mentre media e giornali avevano già intrapreso il sentiero da diversi anni, andando a riempire di Vietnam la testa di ogni cittadino americano, a tratti in maniera esasperante. Eppure, i concetti del conflitto rimangono cari a Lucas.
“Capii che non potevo più fare Apocalypse Now perchè parlava della guerra in Vietnam. Avrei fondamentalmente trattato alcuni di quei concetti trasformandoli in un fantasy ambientato nello spazio, con un grande impero tecnologico in guerra contro un manipolo di combattenti per la libertà”.
George Lucas
Ed eccoci al binomio Star Wars – Vietnam. In effetti, a cosa si riferisce la trilogia originale se non a una potenza militarmente irrefrenabile che si ritrova a inseguire una banda di guerriglieri male organizzati, ma mossi dagli ideali di libertà più profondi? Lungi dal voler tracciare parallelismi netti, se si considera il background precedentemente tracciato, sia esso da intendersi mediaticamente parlando e personalmente parlando per Lucas, i conti tornano. Questa fonte di ispirazione potrebbe essere applicata anche alla trilogia prequel, in particolar modo a Episodio III, dove assistiamo alle mosse di un Impero che inizia a prendere sempre più potere, arrivando a proclamarsi unico Senato e ponendo paletti assolutisti (“Se non sei con me, sei contro di me”).

Se vogliamo, l’immagine più affine allo svolgersi della guerriglia nella giungla Vietnamita è ricavata da Episodio VI, in cui vediamo un esercito addestrato, ottimamente armato e senza alcun problema di finanze, letteralmente sbaragliato da una tribù indigena, i piccoli Ewok che combattono brandendo lance e scagliando pietre.
In questo modo, George Lucas avrebbe impresso su pellicola una netta presa di posizione nei confronti della politica statunitense in merito al Vietnam prima e nei riguardi di altri conflitti poi (Episodio III, citato in precedenza, è contemporaneo alle invasioni in Iraq, ad esempio).
Si potrebbe quasi intendere Star Wars come un anello di congiunzione finale, come atto massimo di una trilogia idealistica in cui L’uomo che fuggì dal futuro offre un affresco della limitazione di libertà, American Graffiti mette in scena uno spaccato della spensieratezza giovanile nonostante la drammaticità del contesto e Una nuova speranza mostra la durezza del conflitto in sè, ma soprattutto la tirannia di chi detiene il potere.

Nonostante non ci siano reali conferme di quanto sostenuto e spiegato, vi sono comunque degli appunti di Lucas risalenti alla prima stesura del 1974, in cui l’autore era ben deciso in merito al ruolo che alcuni pianeti avrebbero dovuto assumere nella storia.
“Il piccolo pianeta Aquilae (poi rinominato in fase di riscrittura, ndr) è un piccolo paese indipendente come il Vietnam del Nord, minacciato da una potenza vicina o da una rivolta interna”.
Appunti di Lucas risalenti alla prima sceneggiatura di Star Wars
“L’Impero è come l’America tra dieci anni, con il tasso di criminalità lasciato libero di aumentare fino a che la popolazione non accoglie di buon grado il controllo totale di uno stato di polizia”.
Altri appunti di Lucas risalenti alla prima sceneggiatura di Star Wars
In buona sostanza, opinioni strettamente politiche nascoste laddove è più difficile trovarle: alla luce del sole.
FONTE: George Lucas – La biografia
Questo è un articolo editoriale.
Gli articoli editoriali riflettono il parere e le interpretazioni personali dell’autore,
che possono essere condivisi o non concordanti con l’opinione degli altri membri della redazione di starwarsitalia.net