In alcune recenti interviste, i produttori esecutivi di The Mandalorian hanno parlato della terza stagione, di quanto la produzione verrà influenzata dall’emergenza sanitaria e della reazione di George Lucas alla serie.
Alcuni rumor risalenti ad Aprile hanno riportato che una terza stagione di The Mandalorian era in lavorazione, seguiti dalla notizia che la leggenda degli effetti speciali Phil Tippett era stato assunto per la stagione 2 e la stagione 3.

Quando è stato chiesto a Jon Favreau se l’emergenza sanitaria avrebbe ostacolato la produzione, lui ha risposto che non influirà molto sulla lavorazione:
“Il fatto che il set è molto più contenuto è un beneficio, perché puoi limitare il numero di persone. Molte persone lo controllano e lo fanno in remoto da quello che noi chiamiamo “The Brain Bar, che sarebbe una stanza fatta di computer molto potenti. Il numero delle persone vicino alla telecamera potrebbe essere minore rispetto al solito. Facciamo anche molte riprese in esterni, il che aiuta molto. Stiamo lavorando più come una produzione animata, dove abbiamo tantissimi storyboards e discutiamo molto mentre esploriamo il tutto con la realtà virtuale. Usiamo accessori cinematici in realtà virtuale nello stesso modo in cui li abbiamo utilizzati per Il Re Leone o Il Libro della Giungla. La maggior parte delle volte, gli attori che vediamo sullo schermo non sono realmente presenti sul set”
Parlando invece di George Lucas, figura molto presente sul set, Dave Filoni ha detto che ha discusso molto con il creatore di Star Wars e quando gli è stato chiesto cosa pensa di Lucas, ha risposto:
“Non è molto tremendo. Parliamo anche di altre cose. Quando parlo con lui, mi piace che lui mi insegna tantissime cose nuove. Mi ricorda, specialmente prima di iniziare le riprese, quali settaggi dovrei provare in un giorno, potrei spremergli il cervello per certe cose che conosce per fare una scena. E’ molto complementare. Penso che gli sia piaciuto lo show, ed una volta ha detto che adesso lo rivedrà una volta come un fan ed una volta come uno spettatore. Il mio lavoro è quello di trasferire quella conoscenza che ho imparato da lui a Jon (Favreau) e a tutto il dipartimento creativo”

Fonti:
– The Hollywood Reporter
– Esquire