L’Imperatore Palpatine è uno dei più grandi malvagi della saga di Star Wars, tanto che la sua morte era necessaria se si voleva riportare equilibrio nella Forza. La saga degli Skywalker è anche la storia di come Palpatine è asceso al potere, è stato sconfitto e come ha cercato di riprendere il potere ancora una volta.
Uno degli aspetti più importanti di Palpatine è che difficilmente si può classificare come un personaggio, bensì come una forza inarrestabile. La sua cattiveria non ha un’origine, è semplicemente l’impersonificazione della malvagità.
In Il Ritorno dello Jedi, l’Imperatore ha cercato di persuadere Luke Skywalker ad ucciderlo:
“L’odio sta crescendo dentro di te adesso. Tieni la tua arma Jedi. Usala. Sono disarmato. Uccidimi con questa. Cedi alla tua collera.”

Questa scena si può interpretare in molti modi, ma uno in particolare porta sicuramente l’Imperatore a provocare un duello tra Luke e Darth Vader in modo da capire chi tra i due è più potente, anche se sembra che non veda l’ora di morire.
Come nel Legends, così anche nel Canone.
Star Wars: L’ascesa di Skywalker ci rivela la ragione di questo comportamento ambiguo ma allo stesso tempo intelligente. Palpatine è effettivamente morto, come lo conferma il suo clone e Anakin mentre parla a Rey, ma aveva scoperto il segreto dell’immortalità, che in questo caso non preserva il corpo ma solo lo spirito. È un potere oscuro che nel famoso fumetto Legends Dark Empire, viene chiamato “Trasferimento dell’essenza”. Fumetto nel quale Palpatine ritorna sotto forma di clone alcuni anni dopo la sua sconfitta. Questo potere permette ad un Sith di preservare il proprio spirito dopo la morte, legando la sua essenza ad un oggetto, un luogo specifico o addirittura una persona. Lo so, vi sembra familiare ma no, Palpatine non aveva degli horcrux come Voldemort, anche perché questa concezione risale ai primi anni 90, molto prima dell’esordio editoriale di Harry Potter.
Durante gli eventi narrati in Il Ritorno dello Jedi, probabilmente Palpatine stava già pensando di trasferire la sua essenza, forse per via del suo corpo ormai diventato anziano e potrebbe essere per questo che possiamo comprendere il perché abbia voluto dei suoi cloni, creati su Exegol, lontano dagli occhi dell’intera galassia. Ma potrebbe anche essere che stesse pensando di legare la sua essenza a Luke, il figlio di Anakin Skywalker, l’uomo creato dalla Forza stessa.
Solo un piccolo problema.
Come spiegato in L’ascesa di Skywalker, lo spirito di un Signore dei Sith può possedere una persona solo se in quel momento è sotto l’influenza del Lato Oscuro. E a distanza di più di trent’anni ha riprovato a farsi uccidere per trasferire la sua essenza in un corpo giovane e molto potente nella Forza, cercando di convincere Rey promettendole il trono del nuovo Impero Sith.
“Con il tuo odio, tu mi prenderai la vita e salirai al trono!”

Ecco perché l’Imperatore ha sempre provocato Luke nella sala del trono: voleva che il ragazzo lo uccidesse solo se in preda alla rabbia e all’odio, in modo da farlo cadere sotto la sua influenza. Ma c’è stato un problema, quasi prevedibile: Darth Vader ha interferito con l’omicidio di Palpatine bloccando la spada di Luke. Possiamo considerarlo come il classico tradimento che un apprendista fa al suo maestro?
Probabilmente Palpatine era convinto che Vader sarebbe rimasto lì a guardare, ma il suo apprendista probabilmente aveva sentito che non sarebbe andato tutto per il verso giusto, oppure era semplicemente in conflitto con se stesso. Così, dato il cambio di piani, con la sua solita disinvoltura ha deciso di vedere il duello per capire chi fosse il più potente tra i due Skywalker.
Questa visione dei fatti che collegano l’Episodio 9 all’Episodio 6 aggiunge un significato ancora più profondo alla battaglia finale tra Luke e Vader sulla Seconda Morte Nera, e ci fa comprendere fino a dove l’intelligenza di Palpatine possa arrivare, rendendolo il mastermind malvagio per eccellenza.