Che Pedro Pascal sia sempre stato un attore lungimirante non è un segreto per nessuno. Analizzando a posteriori la carriera intrapresa dal cileno naturalizzato statunitense, possiamo notare come abbia oggettivamente sempre preso parte a progetti di stampo vincente, acclamati da critica e pubblico. Penso ad esempio alle partecipazioni in “Buffy”, “Senza Traccia”, “CSI”, “Good Wife”, “Game of Thrones” e naturalmente “Narcos”. Che abbia recitato per un solo episodio o per una serie intera, Pascal è sempre stato parte di progetti vincenti, studiati appositamente per piacere alla gente e per essere mainstream (da intendersi nel senso positivo del termine) al massimo livello. Stessa cosa è avvenuta per il nostro amato “The Mandalorian”, in cui Pedro è sceso in campo sicuro del successo. L’attore ha affidato a Entertainment Weekly il proprio pensiero sulla serie di cui è protagonista, strizzando l’occhio anche al futuro e alle sue relazioni con il prossimo.

“Ho voluto fare questo show perché ero sicuro del fatto che The Child avrebbe fatto innamorare la gente della serie”.
E in effetti è molto difficile dargli torto. Se esiste un elemento su tutti che è stato in grado di spianare la strada a “The Mandalorian”, questo è stato sicuramente The Child/Grogu/Baby Yoda/InsommaCiSiamoCapiti. Il piccolo e adorabile pupazzetto è stato in grado di catalizzare le attenzioni di molti sulla serie, soprattutto di una fetta di pubblico non necessariamente appassionata di Star Wars. Si è fatto portavoce del suo merchandising, con tutto un esercito di action figures, peluches, tazze, quaderni e bicchieri al seguito, e non da ultimo è diventato una vera e propria macchina da meme, in grado di scatenare la fantasia del web come pochi altri personaggi della storia televisiva recente.

Abbiamo citato in precedenza alcune delle serie a cui Pascal ha preso parte. Nonostante il suo ottimo lavoro, è innegabile che sia stato “The Mandalorian” a lanciare il suo nome in maniera definitiva, il che potrebbe suonare paradossale, dal momento che il suo volto sia perennemente coperto dall’elmo, perché “Questa è la Via”. Vi siete mai chiesti quanto possa essere duro per un attore recitare a volto coperto, andando così a perdere gran parte del proprio potenziale espressivo? Per Pedro è stata (ed è ancora adesso) una delle prove maggiormente ardue di tutta la sua carriera. Le vere difficoltà sono emerse durante le riprese della prima stagione, quando la sua presenza sotto l’armatura è stata limitata dalla presenza di stunt actors professionisti, relegando Pascal a una performance prettamente “vocale”. Nella seconda stagione, d’altro canto, è stato difficile trovare un’economia di movimento in grado di caratterizzare e rendere riconoscibile il personaggio nonostante non si abbia una precisa idea delle sue fattezze somatiche.
“Non sono sicuro che sarei in grado di farlo se non fosse per la mole di esperienza diretta maturata sul palcoscenico, che ti aiuta a capire come posizionarti e come calarti fisicamente in una parte per poi raccontare una storia a gesti e con un tono di voce molto, molto specifico”.
Tuttavia, il segreto del successo di “Mando” non sarebbe soltanto l’innegabile preparazione attoriale. Pedro è convinto che a giocare un ruolo chiave sia soprattutto il rapporto stretto con Jon Favreau e Dave Filoni, che ama chiamare “Mandalorian Papas”.
Pedro ha poi spiegato quanto sia stato emozionante per lui lavorare al fianco di Amy Sedaris, l’attrice comica che abbiamo imparato a conoscere come Peli Motto su Tatooine.
“La seguivo letteralmente come un cucciolo. Adoro The Child, è davvero tenero, ed è affascinante vederlo al lavoro, ma qualcuno che sa farti morire dal ridere all’interno dell’elmo rimarrà sempre la mia cosa preferita”.
Nonostante l’aria da duro che ormai associamo al suo personaggio, Pedro Pascal è una persona molto dolce e particolarmente dedita a legami e affetti. Non a caso, ha raccontato di aver sofferto in maniera molto particolare il periodo della pandemia, che ha dovuto trascorrere in completa solitudine a Los Angeles. Ed è stato proprio il periodo di isolamento a fargli apprezzare maggiormente l’importanza dei propri legami, sempre ben bilanciati con il successo attoriale che sta vivendo.
“Voglio essere sicuro del fatto che i miei rapporti col prossimo siano puliti e corretti, e che non siano necessariamente legati ai miei sviluppi di carriera o alla possibilità di fare soldi”.

Il futuro di Pedro non sarà soltanto orientato verso “The Mandalorian”. La serie rimarrà il suo progetto di punta, ma potremo vederlo impegnato anche in “Wonder Woman 1984”, produzione DC, e in “We can be heroes”, originale Netflix per ragazzi.
Insomma, tanti progetti e tanto, tanto ottimismo per Pedro Pascal, che si congeda dall’Entertainment Weekly con una massima di vita pura e interessante:
“Se la paura potesse accomodarsi un po’ sui sedili posteriori e non fosse così protagonista nella vita delle persone, sarebbe davvero fantastico”.
FONTE: ew.com (intervista completa)