Il Maestro Yoda viene più volte considerato una fonte di saggezza, ma la sua storia è costellata anche dal fallimento e soltanto in Star Wars: Gli Ultimi Jedi possiamo vedere la versione più completa di questo personaggio.
IL FALLIMENTO
In quasi un millennio di storia galattica il Maestro Yoda ha vissuto lo splendore dei Cavallieri Jedi e la caduta di quest’ultimi. Ha visto crescere intere generazioni di guardiani della pace e il passaggio del suo allievo, Dooku, al lato Oscuro. Un impero è nato davanti ai suoi occhi, mentre l’arroganza dell’Ordine a cui egli era fortemente fedele fungeva da paraocchi. La Guerra dei Cloni va contro ogni principio dei Jedi, è il più grande simbolo di decadenza che porta allo sterminio di molti e all’esilio di due dei più importanti Jedi. Yoda si nasconde per anni. Il fallimento divenne così parte integrante della vita di quest’amato personaggio.

Difatti all’arrivo di Luke, egli si è quasi rifiutato di addestrarlo, colpa dell’ancora poca flessibilità di un ordine ormai estinto. Regole che in parte hanno contribuito alla nascita di Vader. Egli stesso fu severo e diffidente nei confronti del piccolo Anakin, non comprendendo le sue paure.
La Saggezza
Ed ecco che nell’ottavo episodio di questa saga cinematografica possiamo ammirare il più caratteristico dei Jedi raggiungere la saggezza finale. Difatti Yoda ritorna per insegnare l’ultima lezione a Luke. Il suo allievo era in preda all’angoscia, nella disperazione. Sentiva tutto il fardello del fallimento e la paura di cascarci ancora una volta. Il piccolo Maestro verdastro si mette a ridere poiché si rivede in Luke e ora che ha raggiunto la morte sa che cosa ha sbagliato:
“Le mie parole ascoltato non hai? Trasmetti ciò che imparato hai. Vigore, controllo, mmh… Ma debolezza, follia, fallimento, anche. Sì, fallimento, soprattutto. Il più grande maestro, il fallimento è.”

Egli dà spazio alle virtù che un tempo avrebbe rimproverato. Luke per portare Rey verso quello che un Guardiano della Pace dovrebbe veramente essere, deve insegnarle a convivere con le proprie debolezze. A crescere grazie a quest’ultime. Qui possiamo notare la confessione di Yoda, infatti lui stesso ha capito e accettato il fallimento personale. Lo mostra dando fuoco all’albero, nonostante Rey l’avesse svuotato, era comunque un simbolo dei Jedi. Lo dimostra inoltre avvertendo Luke del fatto che non deve perdere la ragazza. Senza porsi alcun dubbio. Al contrario di quello che ha fatto lui con Anakin o con Luke stesso.
“Luke… noi siamo il terreno su cui essi crescono. Questo è il vero fardello di tutti i Maestri”
Il dialogo tra Luke e Yoda si conclude con un’ultima riflessione. Il ruolo di Maestro accomuna entrambi e Yoda, intento ancora a insegnare, si fa inoltre un’autocritica. Essere maestro/padre è una posizione ingrata poiché prima o poi arriva il momento di farsi da parte. Bisogna essere un terreno fertile per i propri allievi, trasmettere i propri attributi ma anche gli errori commessi. E soprattutto gli allievi/figli devono poter sbagliare, fallire. Queste sono le lezioni più umane di Yoda da Una Nuova Speranza, nel ’77, fino ai giorni nostri.
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